Le pitture ecologiche: quali colori e come riconoscerle

4 Maggio 2019 | PROGETTARE, RISTRUTTURARE

Scritto da Cristina Iaconi

Architetto

pitture ecologiche

Nei precedenti articoli ho parlato delle pitture ecologiche relativamente al concetto di “casa malata” e relativamente ai molti vantaggi che offrono (rispetto ai pochi svantaggi).
Oggi ti parlerò dei colori disponibili per le pitture ecologiche e di come riconoscerle.

Si potrebbe quindi pensare che colori e tonalità siano limitate, ma in realtà i pigmenti naturali sono talmente numerosi da fornire una gamma di colori e sfumature per nulla inferiori a quelli delle pitture convenzionali.

Si usano pigmenti provenienti da:

  • terre naturali (es. argilla)
  • elementi naturali (es. rame)
  • vegetali derivati (es. lavanda selvatica, ginestra, papavero)
  • spezie (es. curcuma, curry, zafferano).

Quali colori per le pitture ecologiche?

I colori utilizzati per le pitture ecologiche riproducono essenzialmente le tonalità e le sfumature che naturalmente esistono. Non possiamo pensare che tinte troppo accese e dalla resa piatta siano naturali.

Come riconoscere le pitture ecologiche

La prima cosa è definire cosa si intende per pitture ecologiche. Per parlare di prodotto naturale dobbiamo conoscere il trattamento, la provenienza e l’utilizzo delle materie prime.

Abbiamo già accennato prima ai COV (composti organici volatili): le pitture ecologiche a basso contenuto di COV, o con i COV completamente assenti, sostituiscono i componenti a base di petrolio con una base d’acqua.

Per poter essere etichettata come a basso contenuto di COV, un litro di vernice può contenere al massimo 200 g di COV. Le vernici zero-COV, invece, contengono meno di 5 g di COV per litro.

I materiali naturali di cui sono composte sono:

A) Leganti = calce, uova, lattice di gomma, amido, cera d’api, oli, polvere di grano.

Curiosità: la tempera al chiaro d’uovo, usata principalmente nella pittura artistica, fu tenuta in grande considerazione dagli antichi. L’albume, infatti, dona trasparenza ai colori e rende impermeabile la superficie dipinta, che può essere anche lucidata.

B) Solventi = acqua, alcool, idrocarburi naturali.

C) Pigmenti = naturali inorganici e naturali organici (animali o vegetali).

  • I pigmenti naturali inorganici (terrosi), derivanti dalle miniere, devono il loro colore all’elemento che contengono, ad esempio l’ossido di ferro, la grafite, l’argilla. Ad esempio, le terre naturali sono pigmenti coloranti antichi, disponibili in svariate colorazioni, dal giallo al rosso, dal verde al nero. Le pitture ecologiche a base di argilla vengono utilizzate principalmente per dipingere pareti interne e sono una delle alternative naturali più utilizzate. Questo tipo di pittura è composto principalmente a base di acqua ed è naturalmente anti-funghi e anti-statica, grazie alle proprietà dell’argilla. Terrosa al tocco, questo tipo di pittura ha una scelta di tonalità limitata ai toni del marrone e del blu, ai pigmenti bianchi ed arancio. Le vernici a base di argilla non sono lavabili.
  • I pigmenti naturali organici vegetali vengono estratti ad esempio dalla corteccia delle querce, dalle foglie del cardo, da alcuni tipi di bacche.
  • Curiosità: un’alternativa che permette una certa varietà di colorazioni è quella ottenibile con le spezie e i fiori: curry, curcuma, sandalo o zafferano, ginestra, papavero o lavanda selvatica assicurano un colore vivace e continuano ad emanare per un certo periodo le loro piacevoli fragranze.
  • I pigmenti naturali organici animali sono ad esempio il seppia, il carminio, la caseina. Quest’ultima, in particolare, è un ottimo legante conosciuto sin dall’antichità.

La bioedilizia, abbinando le tre tipologie di componenti qui sopra elencate (A, B e C), in materia di trattamento di pareti e soffitti propone principalmente 3 strade:

1) le tempere A BASE DI COLLA VEGETALE:

  • sono adatte solo in ambienti in cui non viene prodotta umidità
  • il legante è la colla vegetale (es. la gomma), che non ammuffisce. Le colle vegetali sono tutte a base di glutine, ve ne sono di vario tipo: di farina, di amido, di riso o grano stracotti;

2) le pitture A BASE DI CALCE, in cui possono esserci diversi tipi di leganti:

  • sono pitture minerali a base di grassello di calce stagionato e inerti minerali, ad effetto liscio opaco
  • una delle loro principali caratteristiche è quella che fa sì che si ancorino perfettamente al supporto, mantenendo la traspirazione della struttura
  • garantiscono una notevole azione funghicida
  • dato che la calce è sia un legante sia un pigmento, per ottenere una tinta di calce bianca occorrono solo la calce e l’acqua
  • poiché possono essere applicate in ambienti umidi, sono adatte anche per gli esterni possono essere applicate su intonaci di calce o di cemento, su mattonato e su pietra naturale, ma non su pareti di gesso, su intonaci trattati con pitture a base di silicato di potassio, su superfici metalliche e su legno
  • attenzione: non confondere le pitture a base di calce idrata con quelle a base di grassello di calce. Le pitture con grassello di calce, infatti, hanno una minor tendenza segregare, non richiedono additivi organici, e si fissano al supporto con maggior velocità e forza;

3) le pitture A BASE DI RESINE NATURALI:

  • le pitture a base di resine vegetali hanno un aspetto molto brillante, sono lavabili e molto coprenti
  • costituite da prodotti quali resine naturali, oli vegetali, cera d’api, oli essenziali, pigmenti e riempitivi minerali, non contengono tracce di conservanti e fungicidi sintetici
  • possono essere applicate su intonaci di calce o di cemento e su cartongesso
  • le resine solide vengono principalmente ricavate da una latifoglia del Sud-est asiatico
  • le resine molli fuoriescono principalmente dalle conifere allo stato più o meno fluido, indurendosi dopo un periodo di esposizione all’aria.

L’equivoco delle vernici ad acqua
Tutte le pitture convenzionali “ad acqua” vengono oggi vendute come “ecologiche“. Occorre precisare che, pur avendo un minor impatto ambientale e sulla salute rispetto alle convenzionali vernici sintetiche, possono contenere comunque una buona percentuale di solventi e acrilati nocivi. E’ quindi sempre bene controllare che l’etichetta riporti i componenti del prodotto.

Il principale strumento per la scelta di un prodotto è l’etichetta o il marchio ecologico. La certificazione del prodotto deve essere condotta da un ente terzo.

La legge 161/2006, che recepisce in Italia la Direttiva europea 2004/42/CE, definisce categorie omogenee di prodotti vernicianti per le quali stabilisce limiti di concentrazione massima di VOC (o COV). Per legge i COV (composti organici volatili) sono tutte le sostanze contenenti carbonio che bollono sotto i 250°C e che evaporando non rimangono nel supporto verniciato.

Dunque una buona etichetta deve riportare 3 indicazioni essenziali:

– la categoria di appartenenza del prodotto

– il valore limite di COV (o VOC) per quella categoria di prodotto

– il contenuto massimo di COV (o VOC) (g/l) di quello specifico prodotto pronto all’uso.

Invece, spesso, sulle etichette non si trovano indicazioni precise riguardo i componenti, perché le norme europee e italiane, pur limitando l’uso di sostanze tossiche e nocive, non prevedono l’indicazione obbligatoria di tutti i composti, se non al di sopra di determinate soglie. Anche la dicitura a basso contenuto di COV risulta spesso ingannevole.

Il marchio per riconoscere vernici e pitture ecologiche è ECOLABEL UE. E’ il marchio di qualità ecologica che premia i prodotti e i servizi migliori dal punto di vista ambientale, attestando che il prodotto ha un ridotto impatto ambientale nel suo intero ciclo di vita.

Cristina Iaconi

Cristina Iaconi

Siamo Cristina Iaconi e Andrea Greco, insieme abbiamo creato Vitae Studio dove progettiamo, ristrutturiamo e realizziamo luoghi che vogliono essere abitati. In noi convivono l’aspetto creativo e sognatore con quello progettuale e concreto: un’ alchimia che riteniamo necessaria per fare questo mestiere. Leggi di più

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