
Le tinte per gli interni: la scelta di vernici, finiture e tecniche

Scritto da Cristina Iaconi
Architetto

In un precedente articolo abbiamo parlato di come scegliere i colori e gli abbinamenti per le tinte degli interni.
Ora devi scegliere il tipo di pittura più adatto per i tuoi ambienti.
Questa pittura fa respirare il muro che, in un ambiente umido è soggetto altrimenti a muffe e condense. In poche parole il senso è questo: il vapore acqueo dei bagni (e della cucina), se trova un impedimento (leggasi: il film protettivo della pittura lavabile), non riesce a passare al di là del muro, verso l’esterno, e a disperdersi man mano durante l’anno: resta intrappolato nell’ambiente e crea la muffa. Invece, se la finitura è traspirante, il vapore penetra nel muro, lasciando così la parete interna asciutta, e poi viene rilasciato all’esterno in estate.
Idropittura traspirante
Consente alle pareti di permeare vapori e umidità, quindi è consigliata per ambienti molto umidi e soggetti a formazione di condensa come bagni e cucine.
Idropittura lavabile: pro e contro
Garantisce un’ottima copertura e resistenza allo sporco. È indicata per tutti gli ambienti della casa, in particolare il soggiorno, le camere da letto e i luoghi di passaggio.
La pittura (idropittura) lavabile, però, non è del tutto “lavabile”. È vero che (sempre che sia di ottima qualità) è una pittura a pori chiusi resistente agli strofinamenti, ma è anche vero che non permette di eliminare qualsiasi tipo di sporco o di macchia ed il panno umido con cui le pareti verranno pulite comunque ne asporterà un po’ (soprattutto se non si presta attenzione al tipo di abrasività del panno). Va da sé che, per le sue caratteristiche, la lavabile è più coprente, più resistente, ma meno traspirante e quindi, in generale, meno sana.
Data la sua alta lavabilità, lo smalto è indicato in tutti gli ambienti dove è necessario un elevato standard di pulizia ed igiene (asili, ambulatori medici, sale d’aspetto…).
Chiaramente, date le caratteristiche sopra descritte, lo smalto non è un prodotto traspirante e quindi il suo utilizzo non si allinea con i principi di una casa “naturale”.
Agli smalti e alle resine preferirò sempre il microcemento.
Smalto murale: pro e contro
È una vernice acrilica, colorata o trasparente, che, una volta asciutta, forma una pellicola che può essere lucida, semi lucida o satinata.
Idropittura antimuffa: pro e contro
Premesso che non può esistere una pittura antimuffa lavabile (checché ne dicano le etichette) e che la vera pittura antimuffa deve essere traspirante (e quindi non lavabile), questo tipo di prodotto aiuta a prevenire e a risolvere la formazione di muffa causata da eccessiva umidità.
Niente potrà però mai sostituire da una parte una cosa incredibile che si chiama “aria” (devi areare correttamente i locali!) e dall’altra la buona regola costruttiva: ben poco potrà risolvere una pittura antimuffa se ci troviamo di fronte a gravi ponti termici, infiltrazioni e umidità di risalita.
Detto ciò, la vera pittura antimuffa deve essere traspirante, inorganica ed altamente alcalina (come ad esempio tutti i prodotti derivanti dalla calce naturale).
Non elencherò qui i difetti delle pitture “tradizionali”, ma ti rimando ad un articolo del mio Blog in cui ho radunato proprio tutte le osservazioni in merito ed anche le alternative ecologiche e i loro vantaggi.
Pitture ecologiche: pro e contro
Sembra una questione da niente, ma il tempo trascorso indoor è veramente tantissimo. Vale la pena respirare almeno “molto meno peggio”.
tinteggiare le pareti
Le finiture
Anche la finitura della pittura può modificare l’aspetto delle pareti.
Finitura opaca: maschera le imperfezioni della parete e uniforma le irregolarità dell’ambiente.
Finitura lucida: riflette molto la luce e fa apparire i colori più vividi.
Finitura satinata (effetto seta): riflette leggermente la luce ed è più resistente e lavabile di una pittura opaca. È indicata per le zone in cui c’è molto passaggio.
Alcune delle tecniche più diffuse

Effetto velato
Si tratta, in sostanza, di una tecnica di pittura, basata sulle trasparenze, che è stata direttamente mutuata dalla pittura ad acquerello.
Consiste nello stendere uno strato di colore di base al quale, una volta asciugato, viene sovrapposto un ulteriore “velo”. Questo secondo strato è talmente sottile e trasparente da lasciar intravedere al di sotto il colore originale.
Effetto spugnato
Dona un effetto “vaporoso” con l’utilizzo, appunto, di una spugna o di uno straccio.
La tecnica prevede di stendere una base e poi, con la spugna (e quindi il suo particolare “pattern”), sovrapporre una nuance (possibilmente) affine a quella della base.
Effetto rigato o graffiato
L’effetto graffiato si ottiene con un metodo “a togliere” partendo da una stesura di colore di base. La spatola graffierà il muro in modo irregolare, oppure, per un effetto più geometrico, si potrà graffiare la parete in modo regolare ottenendo così un effetto rigato.
Che dire. Attenzione! Presta la massima attenzione a questo tipo di tecniche, a chi le metterà in atto, alla “pesantezza” o meno delle varie sovrapposizioni e del tratto, ai colori. Il rischio di sfociare nel grossolano e nel decisamente poco elegante è alto.
Non ho nulla contro le pizzerie a taglio, anzi, questi posti ricchi di profumi fumanti restano tra i miei rifugi preferiti nelle fredde passeggiate invernali; evita però di riprodurre alcuni effetti di parete, tipici di questi luoghi, nella tua casa o negli ambienti in cui svolgi la tua attività.
La parola d’ordine deve essere sempre eleganza, declinata poi nello stile che preferisci.
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